Battere Il Colesterolo
Sempre più frequentemente vediamo pazienti che presentano un aumento del colesterolo e/o dei trigliceridi nel sangue, desiderosi di trovare un rimedio naturale da preferire ai farmaci di sintesi, per le ben note vicende sugli effetti collaterali di alcune statine. Vedremo come talvolta non siano due modi così distinti come identificati nell'immaginario collettivo!
E' abbastanza ovvio che prima dovrà essere ricercata la causa di questa alterazione metabolica, perché già alcune malattie endocrine o renali potrebbero esserne responsabili. Successivamente sarà indicato un regime dietetico appropriato, ipocalorico, e, contemporaneamente, attività fisica, costante e continuativa: è infatti documentato che la vita sedentaria comporta una riduzione dei livelli di colesterolo-HDL. Soltanto dopo queste tappe necessarie potremo passare ad inserire sostanze farmacologicamente attive, possibilmente naturali.
ALIMENTAZIONE: Fibre. La prima misura terapeutica è senz'altro costituita dall'introduzione nella alimentazione di sostanze che aumentano la massa intestinale assorbendo acqua, e riducono l'assorbimento dei grassi dal lume intestinale: psillio, crusca, glucomannano, guar e Plantago ovata, per le mucillagini contenute nel tegumento del seme. Queste sostanze devono essere obbligatoriamente assunte con un abbondante quantitativo di acqua. In particolare, le fibre rallentano la velocità di assorbimento dei lipidi e la formazione delle molecole lipidiche finali, aumentano il transito intestinale, riducono il riassorbimento degli acidi biliari (blocco del loro circolo entero-epatico). Tra le fibre, sono quelle solubili contenute nella frutta, nella verdura e nei legumi (pectine, beta glucano ecc.) a ridurre maggiormente il colesterolo totale, e selettivamente il colesterolo LDL.
Olio di pesce. Un elemento non fitoterapico, ma pur sempre considerato naturale e come tale spesso assimilato ai prodotti a base di piante medicinali è rappresentato dall'olio di pesce (PUFA n-3), ricco di acidi grassi polinsaturi Omega 3, EPA e DHA (acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico in rapporto 0,9:1,5) le cui principali azioni farmacologiche consistono in una riduzione di numerose funzioni:
- livello di trigliceridi
- sintesi di acido arachidonico
- aggregazione piastrinica
- chemiotassi dei monociti
- tendenza alla trombosi
- aritmie
Il dato maggiormente interessante è quello emerso dallo studio italiano Gissi-prevenzione condotto su 11.324 pazienti e pubblicato su Lancet nel 1999, cioè la dimostrazione di efficacia nella prevenzione secondaria nel paziente con pregresso infarto del miocardio e nella riduzione del rischio di mortalità. Per la riduzione dei trigliceridi si utilizza 1 g di olio di pesce due-tre volte al giorno, mentre nella prevenzione del reinfarto 1 g/die. Può aumentare il rischio di sanguinamento nei soggetti che assumono anticoagulanti.Nell'alimentazione quotidiana, è inoltre raccomandato l'uso di olio di oliva: anche un recente studio pubblicato su Annals of Internal Medicine ha confermato l'importanza della dieta mediterranea nella riduzione del colesterolo totale, del livello di LDL. La dieta ricca di acidi grassi poliinsaturi favorisce anche la vasodilatazione. L'unica avvertenza rimane nei confronti del contenuto calorico.
Un recente lavoro clinico (Kurowska EM, 2000) ha dimostrato come un'alta dose di succo d'arancia (750 ml/giorno) abbia aumentato del 21 % la concentrazione di HDL colesterolo nel sangue di 25 volontari con ipercolesterolemia, riducendo del 16 % il rapporto LDL/HDL (p < 0.005). Il risultato non era invece significativo per l'assunzione di quantitativi più limitati (250 o 500 ml/die ). L'assunzione di succo d'arancia, ma anche il consumo alimentare dei frutti, potrebbe pertanto diventare un consiglio abituale per l'alimentazione del soggetto dislipidemico.
La soia invece può contribuire alla riduzione del tasso di colesterolo attraverso numerosi suoi costituenti:
- Proteine
- Isoflavoni
- Lecitina
- Saponine
- Fibre
Diventa fondamentale il ricorso alla soia come alimento, utilizzata ad esempio all'interno di zuppe di legumi e cereali integrali, ma anche come lecitina assunta pura alla dose di alcuni grammi al giorno (5-10) ed anche di isoflavoni qualora si sia di fronte ad una ipercolesterolemia in menopausa.
In particolare è stato dimostrato un aumento del colesterolo HDL, una riduzione delle LDL ed una attività antiossidante. I fitoestrogeni sarebbero anche in grado di inibire l'attività dell'enzima 7 alfa reduttasi, che rappresenta una delle tappe iniziali della biosintesi del colesterolo. Gli isoflavoni inoltre sperimentalmente prevengono le lesioni intimali, inibendo la formazione di neointima. E' stato pure registrato un aumento dei recettori per le LDL.
L'integrazione dietetica con soia può consentire una riduzione tra il 15 ed il 25 % del colesterolo.PIANTE MEDICINALI
Aglio. Ampiamente conosciuto e apprezzato in terapia come antiaggregante piastrinico e ipolipemizzante, crediamo che l'Aglio necessiti di ben poche presentazioni. Innumerevoli sono infatti attualmente gli studi condotti, e altri sono in atto, sulle proprietà farmacologiche di questo alimento-medicamento, un tempo ritenuto essenzialmente un rimedio ipotensivo e antimicrobico. Da segnalare che la ricerca piu recente si sta indirizzando anche nella valutazione delle reali proprietà antitumorali e immunostimolanti dell'Aglio. Dovrebbe entrare a far parte della normale e quotidiana alimentazione, consumato fresco e abbondantemente. Esistono tuttavia in commercio numerosi prodotti a base di aglio in varie forme estrattive e associazioni. L'Aglio rappresenta il fitoterapico indicato nella prevenzione delle manifestazioni cliniche dell'aterosclerosi, nelle ipercolesterolemie dei soggetti arteriosclerotici, con o senza ipertensione arteriosa.
Il meccanismo d'azione risiede in una inibizione della sintesi del colesterolo per inibizione della HMG-CoA reduttasi e della lanosterolo 14-alfa demetilasi. Inoltre l'aglio consente di intervenire anche su altri cofattori dell'aterogenesi (aggregazione piastrinica, fibrinolisi, pressione arteriosa, ecc.) tali da renderlo prezioso per i soggetti più a rischio. Esistono ormai pubblicati numerosi trials clinici controllati e metanalisi che dimostrano l'efficacia dell'Aglio nel ridurre la colesterolemia di un valore oscillante intorno al 15 %. Oltrettutto molti lavori sono stati condotti con estratti a bassa concentrazione di allicina, mentre oggi abbiamo a disposizione estratti titolati fino al 5 -10 % di allicina. L'efficacia dell'aglio è stata pure dimostrata in uno studio clinico randomizzato in doppio cieco condotto su bambini affetti da iperlipidemia familiare, con livelli di colesterolo superiori a 185 mg/dl. Un solo studio clinico ha mostrato inefficacia dell'aglio nell'ipercolesterolemia moderata (valore medio del gruppo 291 mg./dl.), ma in quello studio era stato utilizzato un macerato oleoso alla dose di 5 mg due volte al dì, pertanto un estratto improprio nella forma e nella dose.Il Carciofo (Cynara scolymus), pianta ricca in polifenoli, flavonoidi e steroli, tradizionalmente conosciuta come coleretico, epatoprotettore, diuretico e ipolipemizzante, è anche presente in Farmacopea Italiana. È il rimedio per eccellenza del paziente dislipidemico giovane o adulto senza ancora importanti manifestazioni cliniche di complicanze cardiovascolari.
E' una pianta ricca di acidi organici e polifenoli rappresentati dall'acido 5-caffeil-chinico detto anche acido clorogenico (2,5%), dall'acido caffeico (1%) e dall'acido 1,5-dicaffeil-chinico. Contiene anche dei lattoni sesquiterpenici, la cinaropicrina e i suoi derivati, che le conferiscono il caratteristico sapore amaro e dei flavonoidi, in particolare eterosidi del luteololo e dell'apigenolo.Innanzitutto il Carciofo presenta un'attività coleretica, cioè aumenta la coleresi, per azione sinergica degli acidi organici contenuti (acidi citrico, malico, succinico) e della cinaropicrina. Ed è proprio legato a questa azione anche l'effetto ipolipemizzante: aumento dei recettori cellulari per le LDL, aumentata formazione di apolipoproteine A1 e A2 da parte del fegato con aumento delle HDL.
Inoltre il Carciofo esplica una interessante inibizione della sintesi del colesterolo per inibizione della HMG-CoA reduttasi (è stato dimostrato che un estratto acquoso di carciofo è in grado di inibire notevolmente la sintesi di colesterolo a partire dall'acetato in cellule epatiche di ratto in coltura alla dose di 1 mg/ml. I componenti del carciofo responsabili di questa attività sono il cinaroside e ancor più il suo aglicone luteolina.Un recente studio clinico in doppio cieco ha dimostrato che 1800 mg di estratto secco di Carciofo determinavano un calo del colesterolo totale del 18,5% contro l'8,6% di quelli del gruppo placebo, mentre il decremento del colesterolo LDL era del 22,9% nel gruppo verum rispetto al 6,3% di quello placebo. La ratio LDL/HDL era del 20,2% nel gruppo verum e del 7,2% in quello placebo. Non sono stati osservati effetti collaterali degni di nota.
Il Carciofo normalmente è una pianta molto ben tollerata anche dai soggetti portatori di colelitiasi. Non sono mai state descritte coliche biliari da uso di carciofo, mentre per il sapore amaro è sconsigliato durante l'allattamento. Potrebbe essere il trattamento, di prima scelta dopo il regime dietetico, del paziente dislipidemico con steatosi epatica.
Si prescrive sotto forma di estratto secco titolato in polifenoli e luteina alla dose di 1.5-2.0 gr/die prima dei pasti principali.Il Guggul corrisponde alla resina di caucciù, ricavata dal Commiphora mukul, appartenente alla famiglia delle Burseraceae (incenso), ed è utilizzato in medicina per la sua attività ipolipemizzante ed antiaterogena, e anche antiaggregante piastrinica. In particolare, riduce il livello di trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi e colesterolo LDL, aumentando al tempo stesso la quota di colesterolo HDL. Il meccanismo d'azione sarebbe l'inibizione della sintesi epatica del colesterolo, non tanto il ridotto assorbimento intestinale. È indicato come rimedio di seconda scelta nei casi resistenti alla comune terapia. E si usa sotto forma di estratto secco standardizzato in gugulipide.
Caigua (Cyclanthera pedata) e colesterolo
Denominazione botanica: Cyclanthera pedata Schard. - fam. Cucurbitacee
Sinonimi: Caihua - Nomi stranieri: ted.-Inkagurke;
Parti usate: frutto fresco senza semi
La Caigua, il cui nome botanico è Cyclantera pedata, appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee; tale famiglia e costituita da 100 generi ed oltre 750 specie. Esiste una notevole diversità genetica all'interno della famiglia, diversità che riguarda sia le caratteristiche vegetative sia riproduttive; il range d'adattamento ambientale, per le specie appartenenti, comprende regioni tropicali, subtropicali, deserti aridi e zone temperate, poche specie si sono adattate alle elevate altitudini (2000 m). Nello specifico, la Cyclantera pedata, chiamata anche Korila, melone selvaggio, Caihua, Achoccha, e una pianta annuale, si adatta facilmente al freddo e alle elevate temperature ma è anche facilmente coltivata in zone tropicali e subtropicali. É solitamente coltivata nel sud e centro America.
Le foglie sono glabre e profumate; i frutti sono di colore verde chiaro con venature di un verde più scuro; i semi sono collegati ad un'unica placenta e sono circa 12. I semi sono generalmente rimossi ed i frutti sono mangiati crudi o cotti. Le specie appartenenti alla famiglia delle cucurbitacee sono note per essere fonte di metaboliti secondari. Pianta originaria della cordigliera andina, la Caigua produce come frutto una piccola zucca allungata, verde chiaro, contenente pochi semi, che viene utilizzata cruda o cotta. Come tutti gli altri frutti della famiglia cui appartiene, contiene un’alta percentuale di acqua (circa 93%), la tecnica moderna ha così cercato di ottenere per disidratazione un estratto molto più concentrato in principi attivi (circa 10 volte). La Caigua è stata coltivata fino da tempi immemorabili in Perù e Bolivia, in quanto impiegata tradizionalmente nel diabete, nei disturbi cardiovascolari e per eliminare i grassi in eccesso.
Recentemente è stato realizzato un estratto secco concentrato, per disidratazione del frutto fresco, facilmente somministrabile in capsule o compresse.
Sono stati condotti diversi studi scientifici su adulti con valori non ottimali o elevati di colesterolo e trigliceridi, volti a verificare le proprietà tradizionalmente note. L’integrazione dietetica con 600 mg al giorno di estratto di Caigua, suddivisi in due somministrazioni, ha mostrato dopo 3 mesi una diminuzione del colesterolo-LDL (il “colesterolo cattivo”) pari al 33% ma, quello che è ancor più sorprendente, contemporaneamente si è avuto un aumento del colesterolo-HDL (quello “buono) pari al 33%, inoltre sempre dopo 3 mesi una diminuzione del colesterolo sierico totale pari al 22% e una diminuzione dei trigliceridi pari a circa 30%, raggiungendo così una ottima correzione nel profilo lipidico. Un recente studio ne ha dimostrato la validità anche nelle donne in menopausa che, a causa della diminuita produzione di estrogeni da parte delle ovaie, subiscono uno squilibrio lipidico che le espone maggiormente a rischio coronarico. INTRODUZIONE: L'iperlipidemia è riconosciuta come una delle cause principali di morte per malattia cardiaca coronarica, e gli sforzi realizzati per ridurre l'ipercolesterolemia hanno prodotto una significativa riduzione di questa mortalità. La diminuzione nei livelli di colesterolo particolarmente nella frazione legata alla lipoproteina di bassa densità può prevenire la malattia cardiaca coronarica. Al contrario, un aumento nella concentrazione della frazione del colesterolo nella lipoproteina d'alta densità è in relazione inversa con la malattia cardiaca coronarica.Questi dati suggeriscono l'importanza delle misure del colesterolo-LDL e del colesterolo-HDL in siero, così come gli effetti benefici di qualsiasi terapia che riduca i livelli sierici del LDL-colesterolo e che aumenti i livelli sierici del HDL-colesterolo.
Esistono situazioni fisiologiche come la menopausa, dove ci sono cambi nel quadro lipidico come conseguenza della diminuzione nella produzione estrogenica delle ovaie. In queste circostanze, il colesterolo sierico totale s'incrementa come conseguenza di un aumento nella frazione LDL-colesterolo ed una riduzione della frazione HDL-colesterolo; questo cambio nel quadro lipidico è anche associato ad un maggior rischio di malattia cardiaca coronarica. La prevalenza della malattia cardiaca coronarica è relativamente bassa fra le donne in pre-menopausa però s'incrementa significativamente durante la post-menopausa.
La dieta è il metodo preferito per il trattamento dell'ipercolesterolemia ma in molti casi risulta insufficiente per ridurre i livelli del colesterolo a valori inferiori a 250 mg/dl, per il quale si utilizzano farmaci con proprietà riduttrici del colesterolo. Tra questi agenti si trovano i clofibrati, la colesteramina, l'acido nicotinico, il gemfibrozil, la simvastatina, ed il fosinopril, un inibitore dell'enzima convertitore d'angiotensina. Questi farmaci hanno gli inconvenienti d'avere effetti collaterali, e la maggioranza di essi incrementano i livelli di HDL-colesterolo, solamente in forma lieve o moderata, per questo si è tentato nei prodotti naturali, la ricerca d'altre sostanze con proprietà riduttrici del colesterolo-LDL ed elevatrici della frazione colesterolo-HDL.
Per secoli i peruviani hanno utilizzato molte piante per curare le malattie; tra le quali la caigua è stata utilizzata per la cura della ipercolesterolemia, ed è uso comune tra le persone che soffrono di questa patologia.
COMPONENTI Caigua: acqua, La specie è ancora oggetto di studio dal punto di vista fitochimico, sembra sia stata accertata la presenza di vari steroidi tra i quali il sitosterolo.
INDICAZIONI Caigua: Si impiega nel trattamento del colesterolo alto, dei trigliceridi alti, sembra che abbia la capacità sia di abbassare LDL ( colesterolo cattivo) e di aumentare l' HDL ( colesterolo buono) dopo 3 mesi di assunzione. Spesso le dislipidemie sono causa di malattie cardiache e vascolari. E' anche essenziale, naturalmente, per abbassare il colesterolo ed i trigliceridi,seguire una dieta sana e bilanciata. Nell'uso tradizionale delle popolazioni Andine, si impiega anche per trattare il diabete, i disturbi cardiovascolari e per abbassare ed eliminare l'eccesso di grassi nel sangue. Si impiega anche nelle donne in menopausa, in quanto la diminuita produzione di estrogeni da parte delle ovaie, espone ad uno squilibrio lipidico e a conseguente rischio coronarico.
CONTROINDICAZIONI Caigua: Le ricerche tossicologiche confermano che gli estratti di Caigua non presentano alcuna tossicità, alle dosi consigliate né a breve né a lungo termine e non si sono riscontrati effetti secondari. ( sono comunque in corso studi) Cautela in gravidanza e allattamento.
MONASCUS RUBER – PER ABBASSARE IL COLESTEROLO
Nome Latino del lievito: Monascus ruber o purpureus
Nome comune: Riso rosso fermentato
Famiglia di appartenenza del lievito: Ascomicetae
Origine: Asia
Parte utilizzata: riso fermentato, estratti da fungo (lievito) intero
Costituenti attivi: triterpeni, monacolina (lovastatina), acidi grassi.Caratteristiche generali: Il Monascus si ottiene per fermentazione del riso, grazie alla presenza di un microrganismo appartenente alla famiglia dei lieviti; il riso così fermentato assume una colorazione rossastra.
Uso tradizionale: L’uso storico o tradizionale non può essere sostenuto da studi scientifici: fin dall’ 800 D.C., il riso fermentato rosso è stato utilizzato dai cinesi come cibo ed agente medicinale.
I suoi benefici terapeutici, sia come stimolante della circolazione del sangue sia per il potere digestivo, furono annotati nella farmacopea tradizionale cinese, durante la Dinastia dei Ming (1368–1644).ECCOCI INFINE AD UN ELEMENTO INTERMEDIO: NATURALE SI', MA CONTENENTE STATINE
Come noto le statine sono metaboliti secondari di natura polichetidica, inibiscono selettivamente l'enzima 3-idrossi-3-metilglutaril-coenzima A (HMG-CoA) reduttasi, che catalizza la reazione chiave nella sintesi di colesterolo endogeno. In funzione dell'interesse per tale attività farmacologica, sono stati messi a punto processi di produzione di statine per via fermentativa, impiegando ceppi di miceti.
Lo studio delle prime molecole isolate e impiegate in ambito farmacologico (la lovastatina e mevastatina) ha consentito di individuarne altre dotate di maggiore attività biologica e minori effetti collaterali, quali ad esempio la pravastatina.
In particolare è emersa la possibilità di ottenere pravastatina come metabolita di biosintesi, isolabile direttamente dai brodi di fermentazione. Lo studio ha quindi previsto la valutazione dell'influenza dei parametri di fermentazione impiegando ceppi di Monascus (Monascus paxii, AM12 e AM12M).
In realtà oggi sappiamo che il riso rosso fermentato con Monascus ruber (o Monascus purpureus) contiene proprio statine, ed in particolare lovastatina (chiamata anche Monacolina K).
E' anche utilizzato come alimento in particolare nelle popolazioni asiatiche, ed attualmente disponibili anche nel nostro Paese come integratori: tali prodotti tuttavia devono essere considerati veri e propri "contenitori naturali" di statine, con tutte le avvertenze del caso, piuttosto che prodotti di libera vendita. In particolare sono da temere gli stessi effetti collaterali delle statine e le stesse problematiche di interazione in particolare con i fibrati.
La Food and Drug Administration (FDA) è già intervenuta per impedire il commercio di lovastatina veicolata in questo tipo di integratori, ribattezzati per l'occasione "alimenti funzionali" o "nutraceutici".
Il Riso rosso fermentato è usato da tempi immemorabili in Cina per il trattamento dei disturbi del metabolismo dei grassi, viene ottenuto per fermentazione del riso grazie alla presenza di un microorganismo, appunto il Monascus purpureus o ruber: il riso così fermentato assume una colorazione rossastra. Numerosi studi clinici dimostrano che è in grado di ridurre la produzione di colesterolo da parte del fegato. Regola inoltre la glicemia, dimostrandosi un valido aiuto anche nei soggetti con valori ematici elevati non solo di colesterolo e trigliceridi ma anche di glucosio.
I Policosanoli favoriscono l’ingresso del colesterolo LDL nelle cellule e la successiva demolizione con produzione di energia per la cellula stessa. Sono pure capaci di agire sugli squilibri che sono alla base dello sviluppo dei disturbi aterosclerotici.
La vitamina E svolge un ruolo protettivo nei confronti delle membrane vasali del sistema cardio-vascolare.
La nicotinammide riduce la produzione di lipoproteine da parte dell’organismo.
Le fibre solubili si rigonfiano nei liquidi gastrointestinali dando luogo ad una massa gelatinosa ad alto grado di viscosità in grado di inglobare il materiale ingerito. L’impiego delle fibre solubili scelte diminuisce notevolmente l’assorbimento dei grassi ingeriti con l’alimentazione.