Nardo: Nardostachys
grandiflora o Nardostachys jatamansi
Nardo (Nardostachys grandiflora o Nardostachys jatamansi) è una pianta per profumi della famiglia Valeriana che cresce nell'Himalaia in Cina, India e Nepal. La pianta è alta circa 1 metro, con i fiori a forma di campana di colore rosa.
Etimologia: Insieme con l'aramaico e l'accadico Nardu con lo stesso significato ebraico, probabilmente deriva dall' indo iraniano narda, in latino nadah, nalah, che significa canna. Il latino nalad, dal greco nardos, forse deriva dal sanscrito. Tuttavia, secondo Manfred Mayrhofer la parola semitica probabilmente deriva dall' indiano naladam o nartik col significato di guaina.
Uso: Il rizoma del Nardo, può essere schiacciato e distillato in un olio essenziale ambrato intensamente aromatico, molto denso detto olio di nardo, usato come profumo (che però ha un odore aromatico, medicinale) ed è una delle 11 erbe utilizzate come incenso nel Tempio di Gerusalemme. Il Nardo intensifica i sentimenti di devozione verso tutto ciò che e divino o verso un maestro spirituale. Porta in se lo spirito della generosità. Si tratta di un olio che dà conforto particolare a chi lavora per aiutare i popoli del Terzo Mondo o in altre organizzazioni caritative, e a quelli che sentono una pena profonda verso i disastri che avvengono in natura o per mano dell'uomo. L'uso più antico che conosciamo, proviene da anforette, trovate nelle tombe egizie. Quest'unguento era usato dalle popolazioni israelitiche al tempo di Mosè. Era considerato un lusso nell'antico Egitto, il Vicino Oriente, e Roma, dove è stato il principale ingrediente dei profumi nardinium. Nella Naturalis historia di Plinio sono elencate dodici specie di "nardo", identificabile con diverse piante, in una gamma che vanno dalla lavanda alla valeriana e al vero nardo (in termini moderni Nardostachys jatamansi). È stato parte della erboristeria Ayurvedica tradizionale indiana. In seguito è citato nel Cantico dei Cantici, uno dei libri sapienziali della Bibbia. Se ne parla nel Vangelo. Ne faceva uso Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta di Betania, tanto che in una occasione, durante un pranzo a Betania, ne usò una quantità straordinaria, 1 libbra romana, (equivalente a 325 grammi) per ungere i piedi di Gesù e asciugarli con i propri capelli. Intervenne Giuda Iscariota, che era il tesoriere della compagnia, dicendo che si poteva vendere per 300 denari, da distribuire ai poveri. Ma Giovanni, apostolo, aggiunse, che Giuda non lo faceva per i poveri, ma avendo la borsa, era un ladro che sottraeva i soldi tenendoli per sé. Gesù, lo rimproverò benignamente, ricordandogli che se avesse voluto far del bene ai poveri non gliene sarebbe mancata occasione, essendo quelli sempre presenti, in ogni epoca, mentre lui, Gesù, presto non sarebbe più stato coi discepoli.
Secondo Luca anche Maria Maddalena unse i piedi di Gesù. Da tutto ciò si intuisce l'estremo valore che quest'unguento ha raggiunto, tanto più che oggi quest'olio viene prodotto distillando i rizomi (radici) di un Nardo unico, proveniente dalle montagne del Tibet.
Maria Maddalena con la sua fiaschetta di nardo da circa 33 dl
33 decilitri di olio di nardo costavano circa 300 denari nell'anno 33 d.C., cifra corrispondente a più di un anno di stipendio.