PAPAIA (CARICA PAPAYA)
Di forma simile alla pera, molto simile al melone, ha buccia liscia e sottile, di colore giallo-arancione se matura, verde se acerba. E' caratterizzata da una polpa succosa e morbida, dal sapore dolce e aromatico. All'interno della papaia ci sono moltissimi semi ricoperti da una sostanza gelatinosa.
Le virtù dimagranti delle foglie di Papaia sono dovute alla papaina, un enzima che è in grado di degradare le proteine in peptidi: questa pianta è consigliabile nelle cure dimagranti e soprattutto per combattere la cellulite.
La papaina possiede anche un'azione enzimatica digestiva che può essere utile anche in caso di digestione difficile.
L’interesse in erboristeria deriva dalla presenza di PAPAINA, un’enzima simile alla bromelina dell’ananas con proprietà terapeutiche.
La papaina facilita notevolmente la digestione delle proteine, tanto da essere un rimedio insostituibile dopo i pasti abbondanti e frettolosi; se ingerita a digiuno esercita un’azione antinfiammatoria e drenante da assicurare ottimi risultati, meglio se in sinergia con l’ananas, nella cura delle ritenzioni e nella lotta alla cellulite (facilita l’uscita degli acidi grassi dalle cellule adipose).
Coadiuvante tradizionale per i problemi digestivi (pasti ricchi di grassi e proteine), le gastriti e le gastroduodeniti; per i regimi dimagranti nelle persone con cellulite diffusa e dolorosa.
Il suo frutto è molto apprezzato, soprattutto dall’industria alimentare. Il colore è giallo quando il frutto è maturo, verde quando ancora immaturo. La sua composizione percentuale in micronutrienti e non, è cosi' ripartita: 86,8% acqua,12,8% carboidrati, vit. E, vit. C, vit A, riboflavina, niacina, tiamina, calcio, fosforo, ferro.
La vitamina C è dotata di proprietà antiossidanti e antiradicali liberi oltre a stimolare il sistema immunitario. Il suo contenuto nel frutto della papaya equivale a 84 mg/kg. Un altro importante costituente della papaya è il a-tocoferolo (vit.E). Essa ha un valore protettivo nei confronti di molteplici patologie: cardiovascolari, cutanee, otorinolaringoiatriche e neoplastiche. Infatti la vitamina E protegge le membrane cellulari dai processi di degradazione (lipoperossidazione), con attività antiossidante e anti-radicali liberi. Ha inoltre proprietà vasoprotettive ed elasticizzanti cutanee. Il contenuto di vit. E nei germogli di papaya è pari a 113mg/kg. La vitamina A (contenuto nel frutto della papaya pari a 10,9 mg/kg), rigenera i tessuti epiteliali e incrementa la funzionalità degli annessi pilosebacei. Tutte le parti della pianta contengono un lattice in cui sono contenuti enzimi cosiddetti cistein-proteinasi, appartenenti alla famiglia delle chitinasi di classe II. Tra queste la principale è la papaina che si presenta come una polvere grigia, solubile in acqua, dotata di marcata azione proteolitica in un pH compreso tra 4 e 6.5.
La papaia viene utilizzata in medicina popolare per la cura della dispepsia, oltre che in varie preparazioni per uso topico; infatti alcune formulazioni tradizionali a base di papaia vengono utilizzate in Africa e in Jamaica per la terapia delle ustioni in età pediatrica e per le ulcere cutanee croniche in età adulta. La papaia infatti, e in particolar modo gli enzimi in essa contenuti, oltre ad avere un’azione cheratolitica, possiedono proprieta' esfolianti e antimicrobiche sull’epidermide, facilitando l’eliminazione del tessuto necrotico, la formazione di tessuto di granulazione e impedendo infine fenomeni di sovrainfezione batterica in sede di lesione. I germogli di papaya contengono alcuni tipi di flavonoidi (1264 mg/kg ), polifenoli con proprietà antiossidanti e antiradicali liberi, antinfiammatorie, antiaggreganti piastriniche, antitrombotiche e antiallergiche. Inoltre essi inibiscono la sintesi di numerosi enzimi implicati nei processi di genesi tumorale, come le lipossigenasi e le ciclossigenasi, oltre a rappresentare una fonte di riserva di vitamina C. La papaina costituisce, da un punto di vista funzionale, il costituente fondamentale della papaia (viene estratta nella sua forma attiva, quando il frutto è verde e quindi non ancora maturo). Infatti le sue proprietà cheratolitiche, rigeneranti il tessuto collagene, eutrofiche, antisettiche, rappresentano delle caratteristiche fondamentali per l’utilizzo in dermocosmesi. Alla luce di quanto esposto in precedenza, possiamo dunque concludere che il frutto della papaia, oltre a essere dotato di proprietà sistemiche (digestive, antiparassitarie, antiossidanti etc. etc.) è assai idoneo all’utilizzo in dermo-cosmesi.
Grazie a papaina, lipasi, acido glucoronico, acido folico, sali minerali e vitamine A,B,C,E può essere considerato un toccasana per chi ha le difese immunitarie basse.
E' stata proposta come coadiuvante della terapia antiparkinsoniana, dopo il grande risalto dato dai mezzi di comunicazione, circa gli effetti positivi che questo "rimedio naturale" avrebbe indotto in un paziente illustre, papa Giovanni Paolo II.
Viene utilizzata anche nel trattamento degli edemi sia post-traumatici che di origine infiammatoria: mediante meccanismo proteolitico sulla fibrina, faciliterebbe il drenaggio del focolaio infiammatorio e il riassorbimento del travaso emorragico. Una supposta azione genericamente definita di tipo tonificante-ricostituente è oggetto attualmente di indagine ed è alla base delle sperimentazioni della papaina, insieme ad altri enzimi proteolitici, come coadiuvante nel trattamento di malattie degenerative del sistema nervoso centrale, effettuate dall’Istituto Luc-Montagnier di Parigi. E’ stata segnalata un’interazione della papaina con Warfarina, con aumento dell’ INR (International Normalized Ratio) il cui meccanismo d’azione non è chiaro. Si consiglia comunque cautela nell’utilizzo di papaina in pazienti in terapia anticoagulante (Lancet 2000;355:134-138).
Il giornale Le Monde ha rivelato che nel giugno del 2003 lo scienziato francese Luc - Montagnier ha consigliato al papa un trattamento alternativo per la sintomatologia parkinsoniana, ovvero un estratto di papaya asiatica fermentata. Ulteriori ricerche sarebbero però necessarie per confermare l'utilità.